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La fine di un capitolo e l’inizio di un nuovo ciclo

La fine di un capitolo e l’inizio di un nuovo ciclo

Martina Cutrona

Si è concluso nel modo in cui nessuno si augurava il cammino dell’annata classe 2004 nel vivaio giallorosso: uno 0-3 in finale contro il Sassuolo difficile da pronosticare.
Quest’annata ha regalato tante soddisfazioni nel percorso e produrrà sicuramente molti ottimi giocatori professionisti. Il dispiacere, nella globalità, è che alla fine non sia uscito un giocatore che si sia imposto nell’organico Roma prima squadra. A livello di valorizzazione del patrimonio, inoltre, tra elementi in scadenza e ragazzi “bloccati” in primavera potrá entrare decisamente poco nelle casse giallorosse, almeno nell’immediato. Questa probabilmente è la parte dolente, non la gara di ieri che è una tappa di un percorso molto più lungo; tappa che può fare male a livello emotivo ma non deve tradursi in un nuovo particolare significato calcistico, se non confermare alcune problematiche individuali che già si sapevano. 
Negli anni si sono viste tante squadre arrivare ben lontano dalla finale ma produrre elementi per la prima squadra o ricche plusvalenze vitali per il bilancio di un club. 

Ora la Roma si troverà ad aprire un nuovo corso in Primavera, con quale guida tecnica si scoprirà nelle prossime settimane.
Arriva un biennio importante con 2006 e 2007, senza tralasciare i pochi 2005 rimasti che si giocheranno al massimo le loro carte. 
Ci saranno nuovi protagonisti, nuovi trascinatori e nuovi volti copertina, ripartendo anche da alcuni ragazzi già ben inseriti nella categoria e che potranno anche costruire sopra questa sconfitta in finale.
La speranza deve essere quella di produrre giocatori che realmente possano essere futuribili e collocabili nell’organico della Roma prima squadra o che comunque rappresentino un reale patrimonio per la società, non solo a parole.
Bisogna rimettere al centro la valorizzazione del talento, a prescindere dall’età. 
La Roma deve tornare a “vincere” nella classifica dei giovani portati ad alti livelli nel professionismo e non pensare di avere come priorità alzare le coppe giovanili.

Foto da Martina Cutrona

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